“Quando l’Antropocene raggiungerà la fine della corsa e non ci saranno più batterie da ricaricare,
resteranno le storie a farci compagnia,
e quando le parole non basteranno,
avremo bisogno di danzare.”
Un lavoro di teatro-danza costruito su una partitura coinvolgente e onirica, in cui suggestioni scientifiche e il Sogno di una notte di mezza estate si incontrano in una rarefatta scrittura per la scena. Lo spettacolo procede in stretto rapporto con la musica e il silenzio, creando un ritmo che lascia spazio alla capacità di sorprendersi e aderire alle cose di cui solo l’infanzia è maestra, arrivando così ad un finale creato con l’aiuto dei nostri figli.
TELL TALE intende indagare la responsabilità dell’artista nello stare sul crinale tra disincanto e canto, tra la capacità di guardare in faccia il disastro che ci circonda e la volontà di contrastarlo con i propri mezzi. Un lavoro che avrebbe dovuto debuttare lo scorso aprile, ed è rimasto sull’orlo dell’incompiutezza che ha da quasi un anno fermato il nostro tempo. Tornando a presentarlo al pubblico sentiamo che è così che l’arte può in qualche modo elevare il presente, sollevandolo dalla necessità della conclusione.
“Lo scienziato, l’attore e il visionario hanno del resto almeno questo in comune. Entrano con la ragione, l’immaginazione o il desiderio oltre i limiti dei pensieri, delle immagini e delle voglie consuete, ossia offrono il modo di sognare e giocare in modo costruttivo da adulti.
Il complesso lavoro di Tell Tale vagheggia questa nuova disposizione spirituale: l’attitudine ad attingere al piano del sogno e del gioco per attuare azioni trasformative o cognitive di cui adesso non siamo nemmeno un poco capaci.
A sintetizzare bene questo ultimo punto, alcune delle parole che Wally rivolge alla sua assistente, poco prima di iniziare a provare la sua prolusione e a muoversi a cavallo tra scienza, teatro, visione onirica per difendere l’assurda bellezza del mondo intero (“Per favore, sento che la mia ragione deve essere messa a letto. Io devo trovare un’uscita dalla catastrofe. Ho bisogno di far giocare la mia ragione”).”
[Enrico Piergiacomi]
“Una volta in teatro lo si sarebbe chiamato “pezzo di bravura”: un solo folgorante in cui Luca Serrani compone una precisissima partitura fisica e vocalica di auto-inciampi, contrasti interni, brontolamenti filosofici soffocati sul nascere, scatti e morbidezze, repentini cambi di direzione e ritorni. Perfetto, in questo caso, perché sposta l’accento -nella percezione dello spettatore- non tanto e non solo sulla maestria dell’interprete quanto su ciò che manca. Su quello che non è possibile vedere. Tell Tale spettacolo di fantasmi? Come in scultura: liberare la forma. Qui: l’animalità attraverso la precisione del dispositivo. Tell Tale procede per associazioni, o meglio: evocazioni. Ha un andamento rizomatico, non lineare né tanto meno univocamente o prevedibilmente narrativo. Inutile e forse errato, dunque, tentare di restituirne alcuni frammenti o linee di significazione mediante una scrittura troppo (pre)ordinata. Ecco dunque venire in soccorso la poesia (che poi il teatro o è di poesia o non è – e il resto è cronaca, didattica o catechismo)”(...)
[Michele Pascarella]
“Patalò dona col suo intenso racconto drammaturgico e scenico, riconducibile al teatrodanza,
scintille luminose per guidarci nel buio del futuro. E splendono di poesia,
spiritualità, favola, innocenza, gioiosità, impegno così come caratterizzano anche l'agire
artistico della compagnia. Una pratica la loro che si esplicita non solo sul palco ma anche
nella comunità in cui operano lasciando segni tangibili, figli di laboratori, incontri,
rassegne.
Di "Tell Tale" abbiamo potuto vedere dal vivo genesi e sviluppo perché la pandemia ha
reso possibile un rallentamento che Patalò ha saputo convogliare in un fruttuoso
confronto con gli spazi e col pubblico.
Il loro teatro prende posizione, parla delle paure e lo fa attraverso momenti corali
innocentemente gioiosi e che sulla scena anche la scienza può avere un linguaggio
poetico. Quello che Luca Serrani ci restituisce col suo personaggio”.
[Rita Giannini]
“La performance riesce a comunicare quello che si è prefissata anche solo nel gioco
equilibrato e potente delle luci e della ricerca corporea dei due attori in scena, illuminati
dai fari e avvolti in una polvere di gesso. La chiusa, con Isadora e Luca quasi appoggiati
al fondale e “protetti” da un telo a metà palco che li separa dal pubblico, è un inno alla
speranza: ballano, danzano, assieme ai due figli, a ricordarci che dall’unione, dall’amore e
dall’armonia può nascere la speranza di un futuro migliore”.
[Alessandro Carli]
“Questa la dimensione che creano Angelini e Serrani in questo spettacolo: all'inizio ci
fanno credere di stare su di un limite che è quello tra scena e platea, tra personaggio e
attore, anche se i loro ruoli sono già ben presenti e definiti, abbozzati potremmo dire, ci
scivolano dentro.
La sensazione che io ho provato all'inizio è proprio la sensazione che si ha nel momento
in cui dal sonno si passa alla fase rem e c'è un momento, che raramente almeno a me
accade, in cui ti sembra di accorgerti che stai cadendo nel sogno mentre invece ci sei già
completamente dentro. Ed è la stessa sensazione che ci stanno raccontando in scena:
c'è uno scienziato che sta preparando una conferenza che ha come tema il cambiamento
climatico e sta in una dimensione tra sonno e veglia: i ricordi si sovrappongono forse
anche a tutte le letture fatte. In scena c'è lo stesso meccanismo giocoso che Puck mosso
da Oberon ha innescato per confondere le identità dei personaggi della commedia. Della
commedia shakespeariana Tell Tale mantiene uno dei protagonisti e temi principali che è il
teatro: non a caso il primo personaggio che noi riconosciamo chiaramente in scena è
l'asino che è l'attore-artigiano Bottom trasformato da una delle magie di Puck e Titania
che anch’essa, preda del sortilegio, si è innamorata di lui. In questo testo di Shakespeare
la compagnia di attori capitanata da Bottom rappresenta il mondo dell'arte che avvicina e
mette in comunicazione gli altri due (quello immaginario di Oberon/Titania e quello reale
della corte di Atene) e si fa portatore di un legame indissolubile tra la vita reale e quella
ideale. In Tell Tale in questa dimensione tra sogno e meraviglia che è propria del teatro
Isadora e Luca ci parlano di un tema reale e fondamentale oggi e lo fanno in modo
poetico”.
[Francesca Giuliani]
“La folgorante bellezza di "Inventare la vita" (Tell Tale) di Luca Serrani e Isadora Angelini”.
[Attilio Scarpellini]
“Vorrei quindi parlare di una serie di opere, lavori intensi e sapienti, capaci di sussurrare
parole al nostro tempo, nonostante il confinamento digitale per cui non sono nate. Tre
lanterne nel buio, tre mormorii raccolti, nel dolore lievi, tre domande tra il “non più” e il
“non ancora”. (…)
“Inventare la vita” è pellicola che nasce da una mancanza e un’assenza. Quello che
avrebbe dovuto essere un lavoro per una tournée negli Stati Uniti, diventa un’altra
progettualità, diventa cinema e si gira in un teatro vuoto, abbandonato dallo sguardo dello
spettatore. Un futuro mancato nell’assenza di compagni al tramonto. Sono le ombre a
parlare, quelle proiettate sul muro, quelle evocate dalle parole, in un bianco e nero
d’effetto che ci scaglia in un passato ormai inevitabilmente trascorso. Un Sogno di una
notte di mezz’estate, i cui spiriti sono ombre all’ennesima potenza, sagome evanescenti,
specie in via d’estinzione, miraggi di una cultura che non può essere più e di cui si sente
più nostalgia che vera e propria mancanza. Eppure questi spettri provano a inventare una
vita, a cercare la natura e il sole negli spazi aperti, lontani dalle spente e fioche luci del
teatro".
[Enrico Pastore]
“Nel periodo in cui il mondo è sospeso, la compagnia romagnola-marchigiana Teatro
Patalò ha realizzato Inventare la vita, docufilm basato sullo spettacolo “Tell Tale”, che ha
dato vita ad un dialogo con la Natura e con una platea affollata di assenti. Gli autori, Luca
Serrani e Isadora Angelini, in scena insieme ai loro figli, l’hanno definita “una prova di
necessità”, girata in teatro, in luoghi abbandonati, in spazi all’aperto in cui, in mancanza di
pubblico dal vivo, è la natura ad assistere a questo cantico del presente in cui si ricorda la
bellezza e la fragilità del mondo.
Il film è un’emozionante conseguenza della sospensione di “Tell Tale”, che nel marzo dello
scorso anno avrebbe dovuto essere proposto agli spettatori statunitensi con un tour in
Oregon e California. Sarà invece “Inventare la vita” ad arrivare al pubblico americano,
grazie all’Oregon Fringe Festival di Ashland, che lo trasmetterà in doppia replica il 1
maggio”.
[Anna Sbarrai]
“Serrani ascolta silenzioso e interviene di tanto in tanto, aggiungendo piccole cose alla
precisa narrazione della Angelini, che ci commuove tornando sulle grandi difficoltà
dell’ultimo biennio, ma anche condividendo con noi presenti il notevole progetto
cinematografico, stimolato dal piccolo/grande sogno di una serie di date negli Stati Uniti
che si erano profilate all’orizzonte poco prima dell’esplodere della pandemia; alla fine per
nutrire l’attesa della partenza e gli occhi dei loro interlocutori d’oltreoceano, hanno
realizzato un film durante il lockdown, ispirato allo stesso soggetto dello spettacolo. Di
solito arriva prima lo spettacolo e dopo il film. E anche qui doveva essere così.
Ma la sorte pandemica ha voluto diversamente. E così hanno un film, in bianco e nero,
poetico, e realizzato durante la solitudine del lockdown; che affronta la stessa materia
testuale, ma realizzato in spazi aperti, in dialogo con la natura. Vediamo diversi minuti di Inventare la vita. Ci stupisce per intensità, per il nitore della fotografia, grazie alla
collaborazione con un partner storico, Dorin Mihai”.
[Renzo Francabandera]
Anno 2019
21-25 / 28-30 gennaio 2019 residenza creativa Teatro il Lavatoio, Santarcangelo
8 Febbraio - 2 marzo 2019 resistenza artistica l’Arboreto, Teatro Dimora di Mondaino
1 marzo 2019 prova aperta “La scuola elementare del teatro e della danza” – l’Arboreto - Teatro Dimora di Mondaino; 2 Marzo 2019 prova aperta – l’Arboreto - Teatro Dimora di Mondaino;
18-19-20- 28 marzo 2019 residenza artistica, Teatro Petrella, Longiano;
8-9 aprile 2019 residenza artistica, Teatro Petrella, Longiano;
2-10 dicembre 2019, residenza artistica “Dentro ogni ragionevole dubbio: percorsi di residenza e creazione per i teatri della contemporaneità” a cura di Teatro Petrella e l’Arboreto-Teatro Dimora di Mondaino
Anno 2020
3-17 febbraio 2020, residenza artistica “Dentro Ogni Ragionevole Dubbio” progetto di Teatro Petrella di Longiano e l’Arboreto-Teatro Dimora di Mondaino;
15 febbraio 2020, prova aperta al termine della residenza, Stagione “In viaggio”, Teatro Petrella, Longiano (FC);
21-26 aprile 2020, per Oregon Fringe Festival, Oregon Center for the Arts, Ashland, Oregon (USA);
21 luglio 2020 Tempi Temperie Temperature (radio live con Estratti da Tell Tale) “Frequenze” a cura di Artisti Drama e Radio Tempi Tecnici, Spazio Nuovo, Modena;
7-11 dicembre 2020, residenza, Teatro degli Atti, Rimini;
16-21 dicembre 2020, residenza, Teatro il Lavatoio, Santarcangelo di Romagna
Anno 2021
15 ottobre 2021 (debutto nazionale) sala Pamphili, Teatro degli Atti, Rimini 16 ottobre 2021, sala Pamphili, Teatro degli Atti, Rimini.
17 ottobre 2021, sala Pamphili, Teatro degli Atti, Rimini.
Anno 2023
19 febbraio 2023 Stagione teatrale Oltremisura 023, Teatro Rosaspina, Montescudo (RN); 2 luglio 2023, Festival Inequilibrio 2023 - Armunia, Arena Castello Pasquini, Castiglioncello (LI); 19 agosto 2023, NotteNera Festival, Serra de’ Conti (AN);