Che cosa dobbiamo LASCIARE FUORI dai teatri affinché si possano creare le condizioni essenziali alla loro esistenza?
Percepisco nel nostro lavoro, in modi e forme differenti, l'incredibile, utopica sensazione di COMUNITÀ.
Ma non dimentico che si tratta, sempre e in ogni caso, di una comunità TEMPORANEA.
Temporanea nel suo significato perché raramente gli incontri si ripetono con le stesse persone.
Ci si deve scegliere e tornare a scegliere, in ogni ruolo, altrimenti si corre il rischio dell'indottrinamento, forse del fanatismo, e di altro ancora.
Se si è lì è perché non se ne può fare a meno.
Si sia noi artisti, pubblico, allievi, critici, operatori.
Non si è lì per ISTRUIRE nessuno.
Si è lì perché si AMA qualcosa, qualcuno.
Ma nella parola temporanea c'è anche la parola TEMPO.
Il tempo trascorso insieme è vero, è avvenuto (anche nel suo fallimento) e ha una densità che pesa e appare nei corpi di chi l'ha vissuto.
Quel tempo lascia una traccia silenziosa che non si cancella.
Ed è tempo trascorso con altri esseri umani.
Negli anni abbiamo creato alcuni progetti di incontro con il pubblico in luoghi non convenzionali.
Abbiamo poi allargato la nostra esperienza invitando colleghe e colleghi ad incontrare il pubblico dei luoghi dove abitiamo e lavoriamo: Santarcangelo di Romagna (RN) e Monte San Vito (AN).
Sono nate così, non due rassegne, ma due “opere”: Fuor di Teatro e Fuori Stagione.
Fuori Stagione //
Fuor di Teatro
Passato, futuro, presente, assente, s’incontrano in questo racconto sempre nuovo, a seconda della voce di chi lo racconta. Di notte in teatro si vede meglio. Di giorno il teatro è pieno di stelle.
"Succedono molte cose fuori
mentre sei dentro che aspetti
cambiano le stagioni
quando infine ti affacci
sei FUORI STAGIONE"
FUORI STAGIONE è una rassegna di teatro contemporaneo realizzata per cinque edizioni ( quattro stagioni più una edizione speciale estiva dedicata al pubblico di famiglie) in collaborazione con Santarcangelo dei Teatri e con l’Amministrazione Comunale di Santarcangelo di Romagna, con il sostegno della Regione E-R e di numerosi sponsor.
La rassegna, che ha portato a Santarcangelo importanti compagnie e artisti della scena contemporanea, ha visto un’alto coinvolgimento delle giovani generazioni (progetto Per una pubblica riflessione su arte ed educazione) e ha sin dal suo esordio dedicato un appuntamento alla Giornata Mondiale contro la violenza di genere, con il contributo del Comune. La rassegna si è anche caratterizzata per i DIALOGHI, curati dai direttori artistici con la partecipazione di intellettuali e critici teatrali in dialogo con le compagnie e il pubblico.
Rassegna clandestina per amanti delle arti performative
FUOR DI TEATRO è una Scuderia al limitare del bosco, sede della Compagnia nella regione Marche, luogo di prove e di residenze. Con la direzione artistica di Isadora Angelini e Luca Serrani, l’ospitalità a cura di Teresa&Stefano e Staff e la collaborazione di un nutrito numero di artiste e artisti, ha dato luogo dal 2014 al 2020 ad una Rassegna Clandestina per amanti delle arti performative, arricchita da incontri, feste, spettacoli estivi nel bosco, edizioni speciali per l’infanzia, la produzione di un murales e la consuetudine dei “dialoghi” fra artisti, intellettuali e pubblico.
“Clandestina” non perché fuori legge, ma perché si inserisce in una visione del teatro d’arte auspicata da Claudio Morganti nell’accezione del teatro clandestino di Antonio Neiwiller:
"È tempo che l’arte trovi altre forme per comunicare in un universo in cui tutto è comunicazione. È tempo che esca dal tempo astratto del mercato, per ricostruire il tempo umano dell’espressione necessaria.”.
In seguito alla pandemia Fuor di Teatro sta cercando nuove forme di trasformazione e sopravvivenza, restando un luogo unico per chiunque l’abbia attraversato nel tempo.
Si incontreranno all’interno di qualcosa che è stato preparato dagli uni per gli altri, gli sconosciuti, e questo giorno santo diventerà possibile, ripeto: non un confronto, ma un giorno santo. Là si annullerà il teatro, si annullerà la vergogna e la paura, il bisogno di nascondersi e anche di interpretare costantemente un ruolo che non siamo noi.
Queste parole di Jerzy Grotowski del 1972, che troviamo sul retro del volantino di Fuor di Teatro, non sono solamente una dichiarazione d’intenti ma vengono a costituire piuttosto una eco che risuona tra gli alberi e le lucciole di Monte San Vito, Marche, una ventina di chilometri da Ancona.
A dare luogo, a farsi luogo, sono Isadora Angelini e Luca Serrani, in arte Patalò, che senza alcuna esuberanza riottosa, anzi, con tatto e discrezione, mese dopo mese, pervicacemente, hanno dato vita a una «rassegna clandestina per amanti delle arti performative». Un’azione piccola, sí, piccolissima, di cui i grandi numeri neanche sentiranno un lontano riverbero, ma proprio per questo ancora più preziosa, ancora più necessaria. Perché non si tratta di risollevare le sorti di un sistema teatrale mercificato e mercenario, si tratta di ritrovarsi, spontaneamente, senza clamori, senza straordinarietà, a condividere un rito, che sia di tutti—che è per tutti.
[Giulio Sonno]